Durante questi anni di pandemia, il lavoro da remoto (o Smart Working) è stato ampiamente adottato da molte aziende per evitare la diffusione del virus.
Naturalmente, questo cambiamento nella gestione del lavoro ha portato con sé i suoi pro e i suoi contro da diverse prospettive come spazio, persone e tempo.
Tutti questi aspetti hanno subito infatti, improvvisamente, cambiamenti drastici.
Oggi, con una situazione pandemica più o meno “stabile”, si sta lentamente tornando ad una nuova normalità, nella quale le aziende assumono diverse posizioni riguardo il lavoro da remoto.
Ma cosa è successo dal punto di vista della tecnologia?
L’innovazione tecnologica è senza dubbio ciò che ha permesso al lavoro da remoto di affermarsi su scala globale.
Ogni medaglia però ha due facce, e se da un lato il lavoro da remoto ha avuto grande successo, dall’altro ha portato alla luce nuove vulnerabilità, in particolare riguardo la cyber sicurezza.
Già lo scorso anno infatti, Tenable Inc. celebre azienda di Cybersecurity statunitense, pubblicò uno studio in cui si attestava che il 74% delle aziende attribuiva l’aumento di attacchi cyber al remote working.
Naturalmente, le aziende hanno dovuto adattarsi molto rapidamente a questa modalità di lavoro, ad esempio trasferendo dati importanti al di fuori della rete aziendale.
Più realtà e modalità lavorative si sono incrociate nel caos generale causato dal Covid-19 e spesso non è stata data sufficiente rilevanza alle operazioni necessarie a rendere sicuro, ben oltre l’aspetto del contagio, il lavoro dei reparti aziendali.
Quindi il remote working non è sicuro?
No, non stiamo assolutamente affermando questo.
Quando si segue una strategia precisa, completa e costruita sui propri processi aziendali, il lavoro da remoto diventa completamente sicuro.
Con l’aumentare del numero degli attacchi cyber dovuti al conflitto tra Russia e Ucraina, il discorso legato alla sicurezza informatica ha poi assunto un ruolo maggiore e (ancor di più) urgente.
Essere pronti a rispondere a eventuali attacchi hacker deve essere una priorità dell’azienda, che non può assolutamente aspettare che questi si verifichino, nella speranza che poi un recovery plan sia sufficiente a limitarne i danni.
I recenti attacchi ransomware confermano l’urgenza di adottare un buon piano di sicurezza.
Prima di tutto: cos’è un Ransomware?
Semplificando molto il concetto, un Ransomware limita l’accesso al dispositivo colpito, criptandone i dati e chiedendo poi il pagamento di un riscatto per riottenere i dati (e la loro cifratura). Quando il riscatto non viene pagato, l’estorsione solitamente procede con la minaccia di pubblicazione/vendita delle informazioni sul web.
Un esempio recente di questo tipo di attacco è quello subito recentemente da un’azienda italiana colpita dal gruppo Cuba ransomware, privata di diversi file sensibili come documenti finanziari.
È evidente come questi attacchi non vadano assolutamente presi alla leggera, considerato l’impatto devastante che questi possono avere sulle aziende che li subiscono.
Come si dice, prevenire è meglio che curare.
Grazie alle nostre partnership con brand leader nel settore della cybersecurity e alle competenze dei nostri team, possiamo garantire ai nostri clienti soluzioni di elevata qualità che proteggano l’azienda e prevengano eventuali attacchi hacker.
La tua sicurezza è una nostra priorità, non rimandare: inizia subito.